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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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    Mr e Mrs Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Fu all'angolo della strada che notò le prime avvisaglie di qualcosa di strano: un gatto che leggeva una mappa. Per un attimo, Mr Dursley non si rese conto di quel che aveva visto; poi girò di scatto la testa e guardò di nuovo. C'era un gatto soriano ritto sulle zampe posteriori, all'angolo di Privet Drive, ma di mappe neanche l'ombra. Ma che diavolo aveva per la testa? La luce doveva avergli giocato qualche brutto tiro. Si stropicciò gli occhi e fissò il gatto, che gli ricambiò l'occhiata. Mentre l'auto girava l'angolo e percorreva un tratto di strada, Mr Dursley tenne d'occhio il gatto nello specchietto retrovisore. In quel momento il felino stava leggendo il cartello stradale che indicava Privet Drive. No, lo stava guardando; i gatti non sanno leggere le mappe e neanche i cartelli stradali. Mr Dursley si riscosse da quei pensieri e allontanò il gatto dalla mente. Mentre si dirigeva in città, non pensò ad altro che al grosso ordine di trapani che sperava di ricevere quel giorno.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Non appena ebbe imboccato il vialetto del numero 4 di Privet Drive, la prima cosa che scorse - e che certo non contribuì a migliorare il suo umore - fu il gatto soriano che aveva visto la mattina. Seduto sul muro di cinta del giardino. Era assolutamente certo che fosse quello della mattina: aveva gli stessi segni intorno agli occhi.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Salirono in camera per andare a dormire senza più dire una parola sull'argomento. Mentre la moglie era in bagno, Mr Dursley si avvicinò guardingo alla finestra della camera da letto e sbirciò fuori, nel giardino. Il gatto era ancora lì. Stava scrutando Privet Drive, come se aspettasse qualcosa.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Se Mr Dursley era scivolato in un sonno agitato, il gatto, seduto sul muretto di fuori, non dava alcun segno di aver sonno. Sedeva immobile come una statua, con gli occhi fissi e senza batter ciglio sull'angolo opposto di Privet Drive. E non ebbe il minimo soprassalto neanche quando, nella strada accanto, la portiera di una macchina sbatté forte, né quando due gufi gli sfrecciarono sopra la testa. Dovette farsi quasi mezzanotte prima che il gatto facesse il minimo movimento.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)


   In Privet Drive non s'era mai visto niente di simile. Era alto, magro e molto vecchio, a giudicare dall'argento dei capelli e della barba, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura. Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per terra e stivali dai tacchi alti con le fibbie. Dietro gli occhiali a mezzaluna aveva due occhi di un azzurro chiaro, luminosi e scintillanti, e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte. L'uomo si chiamava Albus Silente.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Silente si voltò e si avviò lungo la strada. Giunto all'angolo, si fermò ed estrasse il suo ‘Spegnino’ d'argento. Uno scatto, e dodici sfere luminose si riaccesero di colpo nei lampioni, illuminando Privet Drive di un bagliore aranciato. A quel chiarore scorse un gatto soriano che se la svignava dietro l'angolo all'altro capo della strada. Da quella distanza vedeva appena il mucchietto di coperte sul gradino del numero 4.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Una lieve brezza scompigliava le siepi ben potate di Privet Drive, che riposava, ordinata e silenziosa, sotto il cielo nero come l'inchiostro. L'ultimo posto dove ci si sarebbe aspettati di veder accadere cose stupefacenti. Sotto le sue coperte, Harry Potter si girò dall'altra parte senza svegliarsi. Una manina si richiuse sulla lettera che aveva accanto e lui continuò a dormire, senza sapere che era speciale, senza sapere che era famoso, senza sapere che di lì a qualche ora sarebbe stato svegliato dall'urlo di Mrs Dursley che apriva la porta di casa per mettere fuori le bottiglie del latte, né che le settimane successive le avrebbe trascorse a farsi riempire di spintoni e pizzicotti dal cugino Dudley... Non poteva sapere che, in quello stesso istante, da un capo all'altro del paese, c'era gente che si riuniva in segreto e levava i calici per brindare ‘a Harry Potter il bambino che è sopravvissuto’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Erano passati quasi dieci anni da quando i Dursley si erano svegliati una mattina e avevano trovato il nipote sul gradino di casa, ma Privet Drive non era cambiata affatto. Il sole sorgeva sugli stessi giardinetti ben tenuti e illuminava il numero 4 d'ottone sulla porta d'ingresso dei Dursley; si insinuava nel loro soggiorno, che era pressoché identico a quella sera in cui Mr Dursley aveva visto il fatidico telegiornale che parlava di gufi. Soltanto le fotografie sulla mensola del caminetto denotavano quanto tempo fosse passato in realtà. Dieci anni prima c'era un'infinità di fotografie di quello che sembrava un grosso pallone da spiaggia rosa, con indosso cappellini di vari colori. Ma Dudley Dursley non era più un lattante, e ora le fotografie ritraevano un bambinone biondo in sella alla sua prima bicicletta, sulle giostre alla fiera, che giocava al computer col padre, o che si faceva abbracciare e baciare dalla madre. Nulla, in quella stanza, denotava che in casa viveva anche un altro bambino.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

    La fuga del boa constrictor brasiliano costò a Harry il castigo più lungo mai ricevuto fino a quel momento. Quando finalmente gli fu permesso di uscire dal ripostiglio, erano ormai iniziate le vacanze estive e Dudley aveva già rotto la nuova cinepresa, mandato a sbattere l'aeroplanino telecomandato, e la prima volta che aveva provato la bicicletta da corsa aveva investito l'anziana Mrs Figg che attraversava Privet Drive con le stampelle.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un gigantesco elastico. Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito. Eppure, eccola lì, una lettera dall'indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso: Mr H. Potter Ripostiglio del sottoscala 4, Privet Drive Little Whinging Surrey
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Quando arrivò la posta, zio Vernon, che sembrava fare uno sforzo per essere carino con Harry, mandò Dudley a raccoglierla. Lo udirono picchiare colpi a destra e a manca con il suo bastone lungo tutto il tragitto. Poi gridò: ‘Ce n'è un'altra! Mr H. Potter, Cameretta, 4 Privet Drive...’
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Avrebbe aspettato il postino all'angolo di Privet Drive per farsi consegnare la posta del numero quattro. Il cuore gli batteva forte mentre attraversava con cautela l'ingresso diretto verso la porta.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Ancora cinque minuti. Harry udì qualcosa che scricchiolava all'interno della capanna. Sperò che il tetto non crollasse. Ancora quattro minuti. Forse, al loro ritorno, la casa di Privet Drive sarebbe stata talmente piena di lettere che in qualche modo sarebbe riuscito a rubarne una.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)


   Che Harry non sarebbe tornato a Privet Drive per Natale era vero. La settimana prima, la professoressa McGranitt aveva fatto il giro dei dormitori per preparare l'elenco degli studenti che sarebbero rimasti per le vacanze, e Harry aveva dato subito il suo nome. La cosa non gli dispiaceva affatto; molto probabilmente, quello sarebbe stato il più bel Natale della sua vita. Anche Ron e i suoi fratelli sarebbero rimasti, perché i signori Weasley andavano in Romania a trovare Charlie.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al numero 4 di Privet Drive. Il signor Vernon Dursley era stato svegliato all’alba da un fischio acutissimo proveniente dalla camera di suo nipote Harry.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    La notizia non eccitò minimamente Harry. Non pensava che sarebbe andato più a genio ai Dursley a Maiorca che a Privet Drive.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    A che scopo uscire dalla stanza con un incantesimo se poi a Hogwarts lo avrebbero espulso per averlo fatto? Ma la vita a Privet Drive non era mai stata così insopportabile. Ora che i Dursley sapevano che non sarebbero stati trasformati in scarafaggi, lui aveva perso la sua unica arma. Dobby poteva anche averlo salvato da eventi orribili a Hogwarts, ma per come stavano andando le cose probabilmente lui sarebbe morto comunque: di fame.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Harry non riusciva a crederci… era libero. Tirò giù il finestrino, con l’aria della notte che gli scompigliava i capelli, e guardò i tetti di Privet Drive che si allontanavano alle sue spalle. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano rimasti a guardare, ammutoliti, dalla finestra di Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Ma è magnifica!» esclamò Harry felice, pensando a Privet Drive.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

   La vita alla Tana era quanto di più diverso da Privet Drive si potesse immaginare. Ai Dursley piaceva che tutto fosse pulito e in ordine; la casa dei Weasley era tutta stranezze e imprevisti. Harry rimase scioccato la prima volta che, guardandosi allo specchio sul camino della cucina, quello gli gridò: «Infilati la camicia dentro i pantaloni, sciamannato!». Lo spiritello della soffitta ululava e batteva sui tubi ogni volta che gli pareva regnasse troppa calma, e le piccole esplosioni provenienti dalla camera di Fred e George erano considerate perfettamente normali. Ma quello che Harry trovava estremamente insolito, per quanto riguardava la sua vita a casa di Ron, non erano lo specchio parlante e lo spiritello rumoroso: era la sensazione di essere simpatico a tutti.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

   La fine delle vacanze estive arrivò troppo presto per i gusti di Harry. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, ma il mese passato alla Tana era stato il più felice della sua vita. Gli riusciva difficile non invidiare Ron quando pensava ai Dursley e al benvenuto che doveva aspettarsi da parte loro, non appena avesse rimesso piede a Privet Drive.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

   cinava, c'era una grande creatura stranamente sghemba, che volava verso di lui. Harry rimase immobile a fissarla. Per un attimo esitò, la mano sulla maniglia della finestra, chiedendosi se non fosse il caso di chiuderla rapidamente. Ma poi la bizzarra creatura planò su uno dei lampioni di Privet Drive, e Harry, che finalmente aveva capito cosa fosse, fece un balzo di lato per farla passare.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   La famiglia Dursley di Privet Drive numero 4 era il motivo per cui Harry non si era mai goduto le vacanze estive. Zio Vernon, zia Petunia e il loro figlio Dudley erano i suoi unici parenti, tutti e tre Babbani e con un atteggiamento davvero medioevale nei confronti della magia. I genitori scomparsi di Harry, una strega e un mago, non venivano mai nominati sotto il tetto dei Dursley, e per anni zia Petunia e zio Vernon avevano tiranneggiato Harry in tutti i modi, nella speranza di soffocare in lui ogni scintilla di magia. Con loro grande scorno, avevano fallito, e in quei giorni vivevano nel terrore che qualcuno scoprisse che Harry aveva trascorso gran parte degli ultimi due anni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il massimo che potevano fare, comunque, era mettere sotto chiave i libri di incantesimi, la bacchetta magica, il calderone e il manico di scopa di Harry sin dall'inizio delle vacanze estive e proibirgli di parlare con i vicini.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)


   Zia Marge era la sorella di zio Vernon. Anche se per lui era solo una parente acquisita (la madre di Harry era la sorella di zia Petunia), era costretto a chiamarla zia. Zia Marge viveva in campagna, in una casa con un grande giardino, e allevava bulldog. Non veniva spesso a Privet Drive, perché non riusciva a separarsi dai suoi amatissimi cani, ma tutte le sue visite erano vividamente, orribilmente impresse nella memoria di Harry.
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   Harry era ancora un mago minorenne, e la legge dei maghi gli proibiva di fare magie fuori dalla scuola. Ma il suo curriculum non era proprio immacolato in questo senso. Solo l'estate precedente aveva ricevuto una severa ammonizione ufficiale: se il Ministero avesse avuto notizia di altre pratiche magiche compiute a Privet Drive, Harry sarebbe stato espulso da Hogwarts.
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   «Mangia, Harry, sembri un fantasma. Allora... ti farà piacere sapere che abbiamo risolto l'increscioso gonfiore della signora Marge Dursley. Due membri del Dipartimento di Cancellazione della Magia Accidentale sono stati mandati a Privet Drive qualche ora fa. La signora Dursley è stata bucata e la sua memoria è stata modificata. Non ricorda nulla dell'incidente. È tutto, ed è finita bene».
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   se, «e non voglio tornare mai più a Privet Drive».
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   Harry rimase seduto a lungo sul letto, accarezzando Edvige con aria assente. Il cielo oltre il vetro mutò rapidamente da un blu intenso e vellutato a un freddo grigio acciaio e poi, piano piano, si fece rosa e oro. Harry non riusciva a credere di aver lasciato Privet Drive solo poche ore prima, di non essere stato espulso e di avere davanti a sé due intere settimane lonta-no dai Dursley.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   Il momento in cui aveva scoperto che era un mago, e che avrebbe lasciato casa Dursley per andare a Hogwarts! Se non era quello un ricordo felice, allora... Concentrandosi molto intensamente su ciò che aveva provato quando aveva capito che se ne sarebbe andato da Privet Drive, Harry si alzò e affrontò ancora una volta la cassa.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Harry era scattato in piedi. Un'ira che non provava dalla sua ultima notte a Privet Drive gli saettava in corpo. Non badò al fatto che il volto di Piton si fosse irrigidito e che gli occhi neri lampeggiassero pericolosamente.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

    Privet Drive aveva esattamente l’aspetto di una qualunque rispettabile strada suburbana nelle prime ore di un sabato mattina. Tutte le tende erano tirate. Per quanto Harry poteva vedere nell’oscurità, non si vedeva anima viva, neppure un gatto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    No, la cosa che turbava Harry era che l’ultima volta la cicatrice gli aveva fatto male perché Voldemort era vicino… ma Voldemort non poteva essere lì in quel momento… l’idea di Voldemort appostato in Privet Drive era assurda, impossibile…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Da quando era tornato a Privet Drive, Harry aveva ricevuto due lettere da Sirius. Entrambe erano state recapitate non via gufo (com’era consuetudine tra maghi) ma da grandi, coloratissimi uccelli tropicali. Edvige non aveva approvato la presenza di questi vistosi intrusi; aveva accettato con estrema riluttanza che bevessero dalla sua ciotola dell’acqua prima di ripartire. A Harry invece erano piaciuti molto; gli facevano pensare a palme e spiagge candide, e sperava che ovunque Sirius si trovasse (Sirius non lo disse mai, nel caso che le sue lettere venissero intercettate) se la stesse spassando. Per qualche ragione, Harry faceva fatica a immaginare che i Dissennatori potessero sopravvivere a lungo alla luce diretta del sole; forse per questo Sirius era andato a sud. Le lettere di Sirius, al momento nascoste sotto la provvidenziale asse mobile sotto il letto di Harry, erano allegre, e in entrambe aveva ricordato a Harry di rivolgersi a lui se mai ne avesse avuto bisogno. Be’, ora ne aveva bisogno, e subito…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)


    Harry la guardò sparire, poi strisciò sotto il letto, sollevò l’asse mobile ed estrasse un grosso pezzo di torta di compleanno. Rimase seduto sul pavimento a mangiarla, assaporando la felicità che lo invadeva. Aveva un dolce, e Dudley non aveva altro che pompelmo, era una bella giornata estiva, avrebbe lasciato Privet Drive l’indomani, la cicatrice era di nuovo perfettamente normale, e avrebbe visto la Coppa del Mondo di Quidditch. Era difficile in quel momento preoccuparsi di qualcosa, perfino di Voldemort.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    L’atmosfera al numero 4 di Privet Drive era estremamente tesa. L’imminente arrivo a casa loro di un assortimento di maghi stava rendendo i Dursley nervosi e irritabili. Zio Vernon apparve decisamente allarmato quando Harry lo informò che i Weasley sarebbero arrivati alle cinque del giorno dopo.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    La stanza in cima alla casa dove dormiva Ron aveva quasi lo stesso aspetto dell’ultima volta che Harry era stato ospite da loro; la squadra di Quidditch preferita di Ron, i Magnifici Sette, sfrecciavano e salutavano dai poster sulle pareti e sul soffitto spiovente, e l’acquario sul davanzale che prima conteneva uova di rana ora ospitava una rana estremamente grossa. Il vecchio topo di Ron, Crosta, non c’era più, ma in compenso c’era il gufetto grigio che aveva recapitato la lettera di Ron a Harry a Privet Drive. Stava saltando su e giù in una gabbietta, e cantava come un pazzo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Che cosa è successo?» chiese Harry avido, rimpiangendo più che mai l’isolamento dal mondo della magia che subiva a Privet Drive. Harry era un grande appassionato di Quidditch. Giocava come Cercatore nella squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro fin dal suo primo anno a Hogwarts e possedeva una Firebolt, una delle migliori scope da corsa del mondo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Harry ebbe l’improvvisa visione di due gambe e un occhio abbandonati sul marciapiede di Privet Drive.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Pensò alla lettera che aveva scritto a Sirius prima di lasciare Privet Drive. Chissà se Sirius l’aveva già ricevuta? Quando avrebbe risposto? Harry rimase disteso a guardare la tela, ma non sopraggiunsero fantasticherie di volo a conciliargli il sonno, e fu molto dopo che il russare di Charlie ebbe riempito la tenda che Harry alla fine si assopì.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Le reazioni di Ron e Hermione furono quasi esattamente quelle che Harry aveva immaginato nella sua stanza a Privet Drive. A Hermione si mozzò il fiato, poi prese a snocciolare consigli uno dopo l’altro, citando un gran numero di enciclopedie, e tutti quanti da Albus Silente a Madama Chips, l’infermiera di Hogwarts.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Sono sicuro che non era a Privet Drive» disse Harry. «Ma l’ho sognato… lui e Peter — sapete, Codaliscia. Adesso non ricordo tutto, ma progettavano di uccidere… qualcuno».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    In qualche modo, gli faceva bene sapere che trovarsi lì e affrontare un drago era meglio che essere ancora a Privet Drive con Dudley; lo faceva sentire un po’ più tranquillo. Finì a fatica la pancetta (la gola non gli funzionava molto bene), e mentre lui e Hermione si alzavano vide Cedric Diggory allontanarsi dal tavolo di Tassorosso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry non aveva mai visto tanta gente decidere di rimanere a Hogwarts per Natale; lui lo faceva sempre, naturalmente, perché l’alternativa era tornare a Privet Drive, e fino ad allora aveva sempre fatto parte della minoranza che restava. Quell’anno, invece, sembrava che tutti i ragazzi dal quarto anno in su avessero deciso di rimanere, e a Harry pareva che fossero tutti ossessionati dal ballo imminente — almeno le ragazze lo erano, ed era straordinario quante ragazze all’improvviso c’erano a Hogwarts; non l’aveva quasi notato prima. Ragazze che bisbigliavano nei corridoi, ragazze che scoppiavano a ridere al passaggio dei maschi, ragazze eccitate che si scambiavano mucchi di bigliettini su quello che avrebbero indossato la notte di Natale…
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Quando Harry fu ai piedi della scala a pioli, comunque, non si diresse verso l’infermeria. Non aveva alcuna intenzione di andarci. Sirius gli aveva detto che fare se la cicatrice gli avesse fatto di nuovo male, e Harry avrebbe seguito il suo consiglio: stava andando difilato nell’ufficio del Preside. Percorse i corridoi pensando a ciò che aveva visto nel sogno… era reale quanto quello che lo aveva svegliato di soprassalto a Privet Drive… ripassò i particolari nella mente, cercando di ricordarli… aveva sentito Voldemort accusare Codaliscia di aver combinato un pasticcio… ma il gufo aveva portato buone notizie, il guaio era stato rimediato, qualcuno era morto… quindi Codaliscia non sarebbe stato dato in pasto al serpente… questa sorte sarebbe toccata a lui, Harry…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Fu con il cuore oppresso che Harry preparò il baule la sera prima del suo ritorno a Privet Drive. Temeva il Banchetto d’Addio, che di solito era l’occasione per grandi festeggiamenti e il momento della proclamazione del vincitore della Coppa delle Case. Fin da quando era uscito dall’infermeria aveva evitato di entrare in Sala Grande quando era gremita, e aveva preferito mangiare quando era quasi vuota, per evitare gli sguardi dei suoi compagni.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    I bagagli di Harry erano pronti; Edvige era di nuovo rinchiusa nella sua gabbia, in cima al baule. Nella Sala d’Ingresso affollata, Harry, Ron e Hermione, insieme agli altri del quarto anno, aspettavano l’arrivo delle carrozze che li avrebbero portati alla stazione di Hosgmeade. Era un’altra bella giornata estiva. Harry suppose che quella sera al suo arrivo Privet Drive sarebbe stata calda e fronzuta, le aiuole un tripudio di colori. Ma il pensiero non gli suscitò alcuna gioia.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

   Il giorno più caldo dell’estate — almeno fino a quel momento — volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case quadrate di Privet Drive. Le automobili di solito scintillanti sostavano impolverate nei vialetti e i prati un tempo verde smeraldo si stendevano incartapecoriti e giallognoli, perché l’irrigazione era stata proibita a causa della siccità. In mancanza delle loro consuete occupazioni — lavare l’auto e falciare il prato — gli abitanti di Privet Drive si erano rintanati nella penombra delle loro case fresche, con le finestre spalancate nella speranza di indurre una brezza inesistente a entrare. La sola persona rimasta all’aperto era un adolescente che giaceva lungo disteso sulla schiena in un’aiuola fuori dal numero quattro.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Era sicuro che l’esplosione fosse stata provocata da qualcuno che si Materializzava o si Smaterializzava. Era esattamente il rumore che faceva Dobby l’elfo domestico quando svaniva nel nulla. Possibile che Dobby fosse lì in Privet Drive? Che lo stesse seguendo proprio in quell’istante? Nel pensarlo, Harry si voltò a guardare Privet Drive, che però appariva completamente deserta. Ed era certo che Dobby non sapesse rendersi invisibile.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Ma quando si sarebbero visti? Nessuno pareva preoccuparsi di indicare una data precisa. Hermione aveva scribacchiato Spero che ci vedremo presto in fondo al suo biglietto di auguri di compleanno, ma quanto presto era presto? Per quello che poteva dedurre Harry dalle vaghe allusioni nelle loro lettere, Hermione e Ron si trovavano nello stesso posto, presumibilmente a casa di Ron. Riusciva a stento a sopportare il pensiero di quei due che si divertivano alla Tana quando lui era bloccato in Privet Drive. In effetti, era così arrabbiato con loro che aveva gettato via senza aprirle le due scatole di cioccolatini di Mielandia che gli avevano mandato per il suo compleanno. Più tardi se n’era pentito, dopo l’insalata appassita che zia Petunia aveva proposto a cena quella sera.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Be’, pensò Harry mentre attraversava Magnolia Crescent, svoltava in Magnolia Road e puntava verso il parco giochi sempre più buio, si era comportato (più o meno) secondo i consigli di Sirius. Almeno aveva resistito alla tentazione di legare il baule alla scopa e partire da solo per la Tana. In fondo si era comportato anche troppo bene, considerato come si sentiva deluso e arrabbiato per essere bloccato in Privet Drive da tanto tempo, ridotto a nascondersi tra le aiuole nella speranza di scoprire qualcosa su Lord Voldemort. Tuttavia era piuttosto irritante sentirsi dire di non agire d’impulso da uno che aveva trascorso dodici anni ad Azkaban, la prigione dei maghi, era evaso, aveva cercato di commettere l’omicidio per il quale era stato condannato in origine e poi era fuggito con un Ippogrifo rubato.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Magnolia Road, come Privet Drive, era piena di grandi case quadrate con prati perfettamente curati, tutte appartenenti a grandi proprietari quadrati che guidavano auto molto pulite simili a quella di zio Vernon. Harry preferiva Little Whinging di notte, quando le tende abbassate disegnavano macchie di colore come gioielli nell’oscurità e lui non correva il rischio di sentire borbottii di disapprovazione per il suo aspetto da “delinquente”. Camminava in fretta, tanto che a metà di Magnolia Road la banda di Dudley fu di nuovo in vista; si stavano congedando all’imbocco di Magnolia Crescent. Harry entrò nell’ombra di un grande albero di lillà e attese.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Ti accompagno fino alla porta» disse la signora Figg mentre svoltavano in Privet Drive, «nel caso che ce ne fossero in giro degli altri… oh, parola mia, che catastrofe… e hai dovuto combatterli tu… e Silente aveva detto che dovevamo impedirti a tutti i costi di fare magie… be’, non serve piangere sulla pozione versata, immagino… e adesso… si Smaterializzi chi può!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Era molto strano, trovarsi lì in piedi nella cucina chirurgicamente asettica di zia Petunia, accanto al frigorifero ultimo modello e al televisore wide-screen, a parlare tranquillamente di Lord Voldemort con zio Vernon. L’arrivo dei Dissennatori a Little Whinging sembrava aver aperto una breccia nell’enorme muro invisibile che separava il mondo inesorabilmente non magico di Privet Drive dal mondo al di là. Le due vite di Harry si erano in un certo modo fuse e tutto era stato rovesciato; i Dursley chiedevano dettagli del mondo magico, e la signora Figg conosceva Albus Silente; i Dissennatori veleggiavano per Little Whinging, e lui rischiava di non tornare mai più a Hogwarts. La testa di Harry pulsò in modo ancor più doloroso.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    «È indirizzata a me» disse zia Petunia con voce tremolante. «È indirizzata a me, Vernon, guarda! Signora Petunia Dursley, Cucina, Privet Drive, numero quattro…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    La civetta decollò all’istante. Non appena fu partita, Harry si gettò completamente vestito sul letto e fissò il soffitto buio. In aggiunta a tutte le altre sensazioni deprimenti, si sentiva in colpa per aver trattato male Edvige; era l’unica amica che avesse al numero quattro di Privet Drive. Ma con lei avrebbe fatto la pace quando fosse tornata con le risposte di Sirius, Ron e Hermione.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Harry non riusciva quasi a crederci. Quattro settimane di niente, nemmeno il più vago sentore di un piano per portarlo via da Privet Drive, e all’improvviso una squadra intera di maghi era lì in casa, in carne e ossa, come per un accordo preso da tempo. Guardò le persone che circondavano Lupin; continuavano a fissarlo avidamente. Non si pettinava da quattro giorni, e lo sapeva bene.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Harry decollò con un robusto slancio. La fresca aria notturna gli sfrecciò tra i capelli mentre gli ordinati giardini quadrati di Privet Drive si allontanavano, rimpicciolendo in fretta in un patchwork di verde scuro e di nero, e ogni pensiero dell’udienza del Ministero fu spazzato via quasi che il fiotto d’aria gliel’avesse soffiato fuori dalla testa. Era come se il cuore gli stesse per esplodere di piacere; volava di nuovo, volava via da Privet Drive come aveva fantasticato per tutta l’estate, stava tornando a casa… per qualche glorioso istante, tutti i suoi problemi parvero ritirarsi nel nulla, insignificanti nel vasto cielo stellato.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Be’, sono contento che se ne sia andato» disse Harry freddamente. «Altrimenti non avrei fatto nessuna magia e Silente probabilmente mi avrebbe lasciato tutta l’estate in Privet Drive».
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «QUATTRO SETTIMANE, SONO RIMASTO PRIGIONIERO IN Privet Drive, A PESCARE I GIORNALI NEI BIDONI PER CERCARE DI SCOPRIRE CHE COSA SUCCEDEVA…»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Harry capiva benissimo. Sapeva come si sarebbe sentito, una volta cresciuto e convinto di essere libero per sempre, se fosse tornato a stare al numero quattro di Privet Drive.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Udienza disciplinare del dodici agosto» annunciò Caramell con voce sonora, e Percy cominciò subito a prendere appunti, «per violazioni commesse contro il Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni e lo Statuto Internazionale di Segretezza da Harry James Potter, residente al numero quattro di Privet Drive, Little Whinging, Surrey.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    «Lei è Harry James Potter e vive al numero quattro di Privet Drive, Little Whinging, Surrey?» chiese Caramell, scrutando torvo Harry da sopra la pergamena.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    C’era una sola cosa da fare: doveva andar via subito da Grimmauld Place. Avrebbe passato il Natale a Hogwarts senza gli altri, che così sarebbero stati al sicuro almeno per le vacanze… ma no, non funzionava, c’erano ancora tante persone a Hogwarts da mutilare e ferire. E se la prossima volta fosse toccato a Seamus, Dean o Neville? Smise di marciare su e giù e fissò la cornice vuota del ritratto di Phineas Nigellus. Era come se avesse del piombo in fondo allo stomaco. Non c’erano alternative: doveva ritornare a Privet Drive, separarsi completamente dagli altri maghi.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    La sensazione di essere sporco si acuì. Desiderò quasi di non aver obbedito a Silente… se questa era la vita che lo aspettava a Grimmauld Place d’ora in poi, tanto valeva tornare a Privet Drive.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Ma come era potuto venirgli in mente di tornare a Privet Drive per Natale? La gioia di Sirius nell’avere di nuovo la casa piena, e soprattutto nel riavere Harry, era contagiosa. Non era più imbronciato come l’estate passata; pareva deciso a fare in modo che tutti si divertissero quanto a Hogwarts, se non di più, e trascorse i giorni prima di Natale a pulire e decorare senza sosta, con l’aiuto di tutti, così che quando andarono a dormire la sera della vigilia la casa era a stento riconoscibile. I lampadari anneriti non erano più carichi di ragnatele ma di ghirlande di agrifoglio e festoni d’oro e d’argento; mucchi di neve magica scintillavano sui tappeti lisi; un grande albero di Natale, procurato da Mundungus e addobbato con fate vive, nascondeva l’albero genealogico di Sirius, e perfino le teste d’elfo imbalsamate sulle pareti portavano barbe e cappelli da Babbo Natale.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Harry si immaginò seduto nella sua stanza di Privet Drive sei settimane dopo, in attesa dei risultati del suo G.U.F.O. Be’, pensò avvilito, se non altro quell’estate sarebbe stato sicuro di ricevere almeno un messaggio.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Tre giorni prima della fine della scuola, Ron e Hermione lasciarono l’infermeria del tutto ristabiliti. Hermione continuava a voler parlare di Sirius, ma Ron la zittiva ogni volta che lei ne pronunciava il nome. Quanto a Harry, non era ancora sicuro di voler affrontare l’argomento: i suoi desideri variavano con il suo umore. Ma di una cosa almeno era sicuro: per quanto avvilito fosse, di lì a pochi giorni, una volta tornato al numero quattro di Privet Drive, avrebbe sentito da morire la mancanza di Hogwarts. E anche se ormai sapeva perché doveva tornarci ogni estate, non per questo si sentiva meglio. Anzi, non aveva mai temuto tanto di farvi ritorno.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il treno rallentò avvicinandosi a King’s Cross, e Harry si disse che non aveva mai desiderato meno di tornare a Privet Drive. Si chiese fuggevolmente che cosa sarebbe successo se si fosse rifiutato di scendere, se fosse rimasto seduto lì fino al primo settembre, quando il treno lo avrebbe riportato a Hogwarts. Ma quando infine il treno si fermò sbuffando, prese la gabbia di Edvige e si preparò a trascinare giù il baule, come al solito.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Se per te va bene, sarò al numero quattro di Privet Drive questo venerdì alle undici di sera per accompagnarti alla Tana, dove sei stato invitato a trascorrere il resto delle vacanze scolastiche.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Anche se la sapeva già a memoria, Harry aveva continuato a gettare occhiate a quella missiva a intervalli di pochi minuti fin dalle sette di quella sera, quando aveva preso posizione vicino alla finestra della sua camera, che offriva una vista adeguata di entrambe le estremità di Privet Drive. Sapeva che era inutile continuare a rileggere le parole di Silente; aveva rispedito il suo ‘sì’ come richiesto, e ormai non poteva far altro che aspettare: o sarebbe venuto, o non sarebbe venuto.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

   Pur avendo trascorso ogni momento di veglia degli ultimi giorni nella febbrile attesa di Silente, Harry si sentì strano quando si avviarono insieme lungo Privet Drive. Non aveva mai sostenuto una vera conversazione con il suo Preside fuori da Hogwarts; di solito c’era una scrivania tra loro. Anche il ricordo del loro ultimo faccia a faccia continuava a riaffiorare, aggravando il suo imbarazzo; in quella circostanza aveva urlato parecchio, senza contare che aveva fatto del suo meglio per distruggere molti degli oggetti più preziosi di Silente. Che però sembrava del tutto rilassato.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Si fermò di botto alla fine di Privet Drive.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Inghiottì enormi sorsate di fredda aria notturna e aprì gli occhi lacrimanti: si sentiva come se fosse stato infilato a forza in un tubo di gomma molto stretto. Passarono alcuni secondi prima che si rendesse conto che Privet Drive era sparita. Lui e Silente si trovavano in quella che sembrava la piazza deserta di un villaggio, al centro della quale c’erano un vecchio monumento ai caduti e alcune panchine. Quando la mente si ricongiunse con i sensi, Harry capì che si era Materializzato per la prima volta nella sua vita.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Sto bene» rispose Harry strofinandosi le orecchie, che davano l’idea di aver lasciato Privet Drive piuttosto a malincuore. «Ma penso di preferire le scope».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Avanzarono lungo una ripida, stretta strada fiancheggiata da case. Tutte le finestre erano buie. Lo strano gelo che da due settimane gravava su Privet Drive persisteva anche lì. Pensando ai Dissennatori, Harry si gettò un’occhiata alle spalle e strinse la bacchetta in tasca per rassicurarsi.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

   Si guardò intorno; il pianerottolo del numero quattro di Privet Drive era deserto. Forse la tazza di tÈ era un brillante scherzetto di Dudley. Tenendo in alto la mano sanguinante, raccolse con l'altra i frammenti della tazza e li gettò nel cestino già pieno appena oltre la porta. Poi andò in bagno e mise il dito sotto l'acqua corrente.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Restava un bel cumulo di giornali sulla scrivania accanto a Edvige, la civetta bianca: uno per ogni giorno trascorso in Privet Drive quell'estate.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Arrivato in fondo alla pila, Harry rallentò, in cerca di un numero, arrivato poco dopo il suo ritorno in Privet Drive quell'estate; ricordava che in prima pagina c'erano poche righe sulle dimissioni di Charity Burbage, l'insegnante di Babbanologia a Hogwarts. Finalmente lo trovò. Andò a pagina
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Guardò incuriosito il cugino. Non avevano avuto praticamente alcun contatto quell'estate e nemmeno la precedente, visto che Harry era tornato in Privet Drive per un periodo tanto breve ed era rimasto quasi sempre chiuso in camera. Ora tuttavia a Harry venne in mente che la tazza di tÈ freddo calpestata quella mattina non era uno scherzo idiota. Pur commos so, fu comunque sollevato quando si accorse che il cugino aveva esaurito la sua capacità di esprimere i propri sentimenti. Dopo aver aperto la bocca ancora una o due volte, Dudley sprofondò in un silenzio paonazzo.
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   Harry salì di corsa in camera e si avvicinò alla finestra appena in tempo per vedere l'auto dei Dursley che usciva dal vialetto e si avviava lungo la strada. La tuba di Dedalus spuntava sul sedile posteriore tra zia Petunia e Dudley. L'auto curvò a destra in fondo a Privet Drive, i finestrini accesi per un attimo dal rosso del tramonto, poi sparì.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   La moto mandò un enorme barrito e Harry sentì uno strattone: saliva rapidamente, gli occhi che gli lacrimavano, i capelli spazzati via dal volto. Attorno a lui anche le scope prendevano quota; la lunga coda nera di un Thestral passò fluttuando. Le gambe, compresse nel sidecar dalla gabbia di Edvige e dallo zaino, gli facevano già male e si stavano addormentando. Era così scomodo che quasi si scordò di dare un'ultima occhiata al numero quattro di Privet Drive: quando guardò oltre il bordo del sidecar, era già impossibile distinguere la casa dalle altre. Sempre più in alto nel cielo...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Se solo fosse successo quella notte d'estate che era uscito per l'ultima volta dal numero quattro di Privet Drive, quando invece la nobile bacchetta di piuma di fenice l'aveva salvato! Se avesse potuto morire come Edvige, così in fretta da non rendersene conto! Se si fosse potuto gettare davanti a una bacchetta per salvare una persona amata... invidiava perfino la morte dei suoi genitori. Quella passeggiata a sangue freddo verso la propria fine avrebbe richiesto un altro genere di coraggio. Sentì le dita tremare e fece uno sforzo per controllarle, anche se nessuno poteva vederlo; i ritratti alle pareti erano vuoti.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)